giovedì 17 giugno 2010

Mister Polonia: storia di un goal, 2° parte

Da "La Gazzetta dello Sport" del 28 Settembre 1998:

LA GAZZETTA DELLO SPORT

28 settembre 1998

il Piacenza sa cogliere l' attimo

due occasioni, due gol: il Vicenza resta a guardare gara modesta, equilibrio, ma gli episodi fanno pendere la bilancia per gli uomini di Materazzi: il gol di Polonia, il rigore di Dionigi. il Vicenza puo' protestare per un intervento dubbio di Vierchowod, ma poi fare soltanto autocritica. e spiegarsi i perche' dell' involuzione

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Il Piacenza sa cogliere l'attimo: due occasioni, due gol: il Vicenza resta a guardare Gara modesta, equilibrio, ma gli episodi fanno pendere la bilancia per gli uomini di Materazzi: il gol di Polonia, il rigore di Dionigi. Il Vicenza puo' protestare per un intervento dubbio di Vierchowod, ma poi fare soltanto autocritica. E spiegarsi i perche' dell'involuzione.

DAL NOSTRO INVIATO PIACENZA - Vierchowod (stopper) e Sacchetti (libero) contro Luiso. Il centravanti del Vicenza, ex Piacenza, non la becca mai. Tutto il resto, compresa la vittoria dei padroni di casa, viene di conseguenza. Nella modestia generale, in un sostanziale equilibrio nella manovra, si porta a casa i tre punti chi ha giocato conscio dei propri limiti, chi, soprattutto, in avanti ha saputo cogliere l'attimo fuggente. Una palla ribattuta da Brivio (su tiro di Inzaghi) in chiusura del primo tempo ed ecco il "magic moment" del trentenne Polonia, al suo primo gol in 12 anni di carriera (in precedenza aveva colpito solo una traversa). Un fallo da rigore di Belotti su Dionigi, ed ecco il penalty perfettamente battuto, per il raddoppio, dallo stesso numero nove di Colomba al 33' della ripresa. Due episodi che fanno pendere il piatto della bilancia. E fanno piangere il Vicenza che potrebbe recriminare, e molto, per un intervento di Vierchowod su Zauli al 38' del primo tempo (si era ancora sullo 0 a 0), ma farebbe meglio, una volta smaltite la delusione e la rabbia, a guardarsi anche un po' dentro, facendo un esame di coscienza che non puo' fermarsi all'attenuante di un episodio (peraltro preceduto da un altro a suo favore, l'arresto per un dubbio off side di Rastelli, che, a gioco fermo, era riuscito comunque a segnare). Colomba deve ragionare su una difesa spesso in affanno, su un centrocampo eccessivamente operaio, cioe' senza il briciolo di un'idea, su una prima linea evanescente, con Luiso prima troppo solo (Zauli partiva da lontano, molto da lontano) e poi male accompagnato, perche' Otero, entrato a dargli una mano nell'ultima mezz'ora, ha fatto come e peggio di lui. Un'involuzione totale, davvero sorprendente, rispetto alle due prime giornate di campionato. Una partitaccia che da sola, ovviamente, non va presa per oro colato, ma va comunque messa in archivio con una certa evidenza... per ricordarsi, se non altro, come non si fa. E a ricordarlo a Colomba ci pensera' comunque Gasparin, il direttore generale biancorosso, piuttosto severo, negli spogliatoi, nei confronti della prestazione della sua squadra. In tribuna d'onore c'era Marcello Lippi, che ha trovato una certa somiglianza (limitabile ieri al piano squisitamente estetico) fra l'Inzaghi di Materazzi e il suo. L'allenatore della Juventus, prossima avversaria del Piacenza, non se ne e' certo andato dal "Galleana" tremando di paura, ma deve essere comunque rimasto sufficientemente impressionato dalla concretezza della squadra di Materazzi. Vierchowod e Sacchetti solidi in difesa, si diceva, ben supportati, al largo, piu' da Polonia che da Manighetti. Un centrocampo che non ha paura della fatica. Uno Stroppa che, se dura a questi livelli, puo' inventare altre cose per il suo Piacenza e altri guai per i suoi avversari. Proprio Stroppa, in fondo, e' stato quello che ha fatto il massimo per far prevalere la squadra di casa anche sul piano della qualita'. Insieme con Mazzola, che ha cancellato Zauli, togliendo a Luiso i rifornimenti e la sponda necessari, mentre sul piano dell'equilibrio si possono classificare i duelli fra Cristallini e Di Carlo, Morabito e Buso. Il solo Schenardi, fin che e' rimasto in campo, ha dato l'impressione di poter tirare un po' d'acqua al mulino del Vicenza, che pure nel secondo tempo, quando cioe' avrebbe dovuto reagire almeno sul piano nervoso al vantaggio dei padroni di casa, ha continuato a subire, creando praticamente il nulla dalle parti di Fiori. Una sola azione di Luiso, ben servito da Viviani e sfuggito per una questione di millimetri alla trappola del fuorigioco, e contrato in uscita dal portiere. A fronte di discreti tentativi di Stroppa, Vierchowod, Buso e Mazzola, in attesa del raddoppio che e' arrivato fatale, e puntuale, su calcio di rigore, a un quarto d'ora dalla fine. Una vittoria meritata che cosi' e' diventata anche netta. Il Piacenza non ha di che esaltarsi, ma non ne ha bisogno, conosce la lezione: e' vincendo queste partite, gli scontri diretti, che alla fine ci si puo' salvare. I tre punti di ieri, al tirar delle somme, conteranno parecchio. Franco Tomati

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MARCATORI: Polonia al 46' del p.t. Dionigi su rigore al 33' del s.t.

PIACENZA (1 - 3 - 4 - 2): Fiori; Sacchetti; Polonia, Vierchowod, Manighetti; Buso, Cristallini (Lamacchi dal 16' del s.t.), Mazzola, Stroppa; Inzaghi (Dionigi dal 14' del s.t.), Rastelli (Lucarelli dal 34' del s.t.) (Marcon, Delli Carri, Moretti, Rizzitelli). All. Materazzi.

ESPULSI: nessuno. AMMONITI: Fiori per comp.non.regol. e Manighetti per scorrettezze. CALCI D'ANGOLO: 4 TIRI IN PORTA: 9 TIRI FUORI: 3 FALLI COMMESSI: 17 FUORIGIOCO: 7 ANTIDOPING: Cristallini e Lucarelli.

VICENZA (4 - 4 - 1 - 1): Brivio; Diliso, Belotti, Stovini, Morabito; Schenardi (Palladini dal 36' del s.t.), Mendez, Di Carlo (Viviani dall'8' del s.t.), Ambrosetti; Zauli (Otero dal 14' del s.t.), Luiso (Bettoni, Beghetto, Dicara, Di Napoli). All. Colomba.

ESPULSI: nessuno. AMMONITI: Stovini e Mendez per scorrettezze. CALCI D'ANGOLO: 4 TIRI IN PORTA: 3 TIRI FUORI: 4 FALLI COMMESSI: 25 FUORIGIOCO: 5 ANTIDOPING: Stovini e Dicara. ARBITRO: Bettin di Padova.

SPETTATORI: 9 mila circa, di cui 2.099 paganti, per un incasso di lire 62.175.000 (abbonati 6.750, quota 239.916.791).

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PIACENZA:

FIORI 6 - Un solo intervento difficile, su Luiso, in uscita. SACCHETTI 6,5 - Libero, alle spalle di Vierchowod, senza sbavature. POLONIA 6,5 - A trent'anni ha provato finalmente l'emozione del gol. VIERCHOWOD 6,5 - Ha nettamente vinto il duello con Luiso. MANIGHETTI 5,5 - Schenardi lo ha fatto soffrire parecchio. BUSO 6 - Ogni tanto ricorda il suo notevole passato. CRISTALLINI 5,5 - Qualche problema nel confronto diretto con Di Carlo. LAMACCHI 6 - Una discreta mezz'ora. MAZZOLA 6,5 - Fra i migliori in campo, in fase di interdizione e di rilancio. STROPPA 7 - Ha fatto due o tre colpi da applausi a scena aperta. Di sicuro e' stato il migliore. INZAGHI 5 - Stavolta non ha cavato un ragno dal buco. DIONIGI 6,5 - Si e' procurato il rigore e l'ha trasformato. RASTELLI 6 - Encomiabile soprattutto per la caparbieta'. LUCARELLI s.v. VICENZA BRIVIO 6 - Non ha colpe, ne' ha fatto miracoli. DILISO 5 - Gioca nel Vicenza perche' di solito fa meglio. BELOTTI 5 - Spesso in affanno. STOVINI 5,5 - Fra i difensori e' stato certamente il piu' visibile. MORABITO 5,5 - A corrente alternata nel controllo di Buso. SCHENARDI 6,5 - Si e' preso parecchie responsabilita', ma deve aver capito di predicare nel deserto. PALLADINI s.v. MENDEZ 6 - Piu' apprezzabile sul piano della quantita' che su quello della qualita'. DI CARLO 6 - Discreto, nulla di piu'. VIVIANI 6 - E' entrato nel secondo tempo. Abbastanza bene. AMBROSETTI 5,5 - Qualche buona iniziativa. Purtroppo rara. ZAULI 5 - Ha sofferto l'attento controllo di Mazzola. OTERO 5 - Ininfluente. LUISO 5 - Si e' liberato una volta sola. Ed e' stato battuto dal portiere in uscita. ARBITRO BETTIN 5 - Un paio di errori, uno anche grave. Qualche incertezza. f.tom -----------------------------------------------------------------

Polonia quasi incredulo "Un gol dopo 13 anni" "Non avevo mai segnato, neanche nella Primavera". Gasparin, d.g. del Vicenza: "Partita indecorosa". E Colomba ora rischia

DAL NOSTRO INVIATO PIACENZA - Fino a ieri il prode (e timido) Polonia, che di nome fa Cleto, nei suoi dodici anni di carriera (questo e' il tredicesimo) non aveva mai avuto l'onore di un gol: "Neppure quando giocavo nella "Primavera" - sussurra ancora incredulo -. Pensate: all'attivo per me c'erano soltanto un palo e una traversa". E se lui non era abituato a segnare, quelli che gli stanno intorno sembrano poco abituati a vederlo in zona - gol. Giuseppe Materazzi, sorridente reo confesso, ammette: "E' vero, pure io pensavo che fosse stato Rastelli a siglare l'uno a zero...". Un peccato veniale, visto che alla fine e' arrivata la vittoria. "Nella stagione passata ho subito vari infortuni - racconta il difensore del Piacenza, friulano di Tolmezzo, l'anno scorso vicino ad un trasferimento al Vicenza - mentre adesso la stagione e' iniziata davvero per il verso giusto. La verita' e' che questa squadra corre pochi rischi in difesa, ed e' sempre pronta a colpire in attacco. La mia rete? Non e' stato un gran gol, visto che sarebbe stato piu' difficile sbagliarlo che metterlo dentro. La dedica, comunque, e' per mia moglie Tiziana". Finite le feste, tocca a Materazzi spiegare la metamorfosi piacentina dopo il k.o. di mercoledi' in coppa Italia con il Lecce: "Quella sconfitta ci ha insegnato tante cose, speriamo di non dimenticarle. (Omissis)

Tomati Franco, Grimaldi Filippo

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